“Studiamo per ridurre la distanza con i cittadini”
Poi finisce che uno dice «Bunchbank» invece di «Bundesbank» o «Uestmainster» invece di «Westminster».
Gaffe come quelle pronunciate, in tempi non sospetti, dai deputati Marialuisa Faro e Riccardo Olgiati, entrambi M5s, sono la spia di una classe politica sempre meno preparata e sempre più inconsapevole di quel che dice.
A prescindere dai casi in questione, il problema è trasversale, e chiama in causa il modo di fare politica che si è affermato negli ultimi anni: i partiti tradizionali si sono sgretolati, il processo di selezione si è snellito, e il parlamento ha aperto le porte a schiere di neofiti, che magari sono anche degli ottimi professionisti, ma non hanno mai gestito la cosa pubblica e non hanno idea di come farlo.
«La gradualità con cui in passato ci si avvicinava all’attività politica pratica nei movimenti, nelle sezioni di partito, e nei comuni non esiste più», riassume Daniele Nigris, docente di sociologia generale all’Università di Padova.
Ecco che nasce il primo corso universitario di alta formazione in Nozioni e Strumenti per il Politico (No.S.Pol.), un’iniziativa che punta a colmare il vuoto lasciato dalla gavetta, e a intercettare i politici del futuro.
Considerando che l’unico requisito per partecipare è il diploma di scuola superiore, in Italia è una novità assoluta. Le lezioni sono tenute da autorevoli esponenti delle istituzioni civili, militari e religiose come magistrati, questori e sacerdoti, per un totale di 96 ore divise in tre moduli: storia e struttura dello Stato e degli enti locali, rappresentanza e politiche per il cittadino, decisione, azione e comunicazione del politico.
Il corso è partito a inizio aprile, e ha richiamato iscritti quasi tutti under 35.
Abbiamo seguito la prima lezione per capire quale sia la loro visione della politica.
Mattia Niero ha 22 anni, una laurea in Scienze sociologiche da quattro mesi, e «uno spiccato interesse per il mondo politico - assicura - Non ho esperienze pregresse in ambiti partitici e politici ma due anni fa ho fondato l’associazione Tu Io, che si occupa prevalentemente di contrasto alla tratta di essere umani e alla prostituzione forzata. Vogliamo fare rete con altre associazioni che si occupano dello stesso fenomeno, così ho pensato di consolidare le mie conoscenze in ambito politico». Insomma, Mattia sogna di rilanciare il sociale: «La politica non se ne occupa abbastanza, ed è troppo distante dalla popolazione civile.
Manca una consapevolezza delle nozioni di base che possono permettere ai cittadini di avere una partecipazione più attiva e più seria nella vita pubblica».
Anche Simone Sarti, neolaureato in Giurisprudenza di 25 anni, dice che la politica «deve ridurre le distanze tra cittadini e istituzioni, riportando i primi a percepire l’idea di far parte di una comunità». Simone si presenta quasi in punta di piedi: «Sto cercando di capire cosa fare da grande, vorrei fare un dottorato e sto studiando per partecipare ai concorsi».
Luca Andretto, 46 anni, dipendente di un’azienda che fornisce energia elettrica e gas. Lui la politica l’ha già masticata: «Nel 2015 ero candidato consigliere comunale alle elezioni amministrative del comune di Rovigo, con una lista civica per non avere nessuna appartenenza politica. Quest’anno ci ripresentiamo per le elezioni europee di maggio». Nel frattempo, Luca si è laureato in Diritto dell’Economia: «Mi è piaciuta molto la parte sulla costituzione, anche perché nei politici d’oggi noto una totale assenza di senso civico. Alla politica manca l’obiettivo del bene comune, perché manca la formazione».
Alessandro Macciò
La giusta formazione
Il primo corso universitario per aspiranti politici
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Il primo corso universitario per aspiranti politici
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