Non è stato morso da un ragno geneticamente modificato, acquisendone i poteri. O almeno, nessuno sa se ci troviamo di fronte al Peter Parker dell'arte... quello che si sa è che ha una passione smodata per i ragni e le loro tele.
Se andate in questi mesi ai Giardini della Biennale di Venezia, ed entrate in un piccolo padiglione a lui dedicato, troverete una luce che illumina dal basso le architetture create da ragni, esseri viventi messi nelle condizioni ideali dall'artista per produrre centinaia di filamenti intrecciati in disegni misteriosi e affascinanti. Il suo 'lavoro' fa riferimento alle architetture utopiche degli anni '60.
Ciò che sembra interessare l'artista è che i ragni producono le loro tele essenzialmente all'interno di edifici creati dall'uomo, quasi che le nostre condizioni siano intrecciate in maniera indissolubile, e tutto ciò diventa paradigma di quanto tutti gli esseri viventi siano interconnessi tra di loro.
Tutto nacque, racconta, dalla domanda che l’artista si fece alla visione delle ragnatele di casa : "I ragni vivono nella mia casa o sono io che vivo nella casa dei ragni?"
L'approccio di Tomas Saraceno all'arte è giocoso, ma allo stesso tempo scientificamente accurato. L'opera del padiglione veneziano è creata da centinaia di ragni sociali (social spiders, che costruiscono tele in comunità e vivono in colonie) e semisociali, ed il risultato è affascinante e spettacolare. Al padiglione a Venezia si possono trovare anche esperimenti volti a capire se i ragni abbiano un loro linguaggio (suoni e vibrazioni creati dalle ondulazioni delle ragnatele si possono sentire in mostra usando una app, Arachnomancy). E vi è anche un tentativo di dare seguito ad una pratica africana - Mambila Nggam - che si basa sui movimenti dei ragni per interpretare il futuro: ’qui l'artista fa decodificare i messaggi dei ragni con letture improntate all’aracnomanzia e interpretazioni delle ragnatele da parte di esperti di diverse discipline (filiosofi, astrofisici, etc.).
Ovviamente una domanda legittima è "quanto di arte c'è in tutto questo?" e "qual é l'apporto creativo dell'artista?".
Ma questa è una questione ormai consueta nell'arte contemporanea, specie nell'arte concettuale. Il 'genio' dell'artista prescinde oggi dalla sua capacità manuale pittorica. Saraceno ha realizzato installazioni "visionarie", usando sculture, video, foto, ed altri media, interagendo con lo spazio, l'architettura e il paesaggio, e avvalendosi di studi scientifici, artistici, legati alle energie alternative, all'etologia, alla psicologia e all'ingegneria dei materiali, creando quindi anche con le proprie mani. In passato ha partecipato all’International Space Studies Program della NASA. Saraceno è una delle risposte alla domanda 'come può oggi l'arte relazionarsi alla società contemporanea e ai suoi studi legati al progresso?' e lo fa in maniera creativa, imprevedibile e accurata.
Inoltre Saraceno si avvale non solo dell'aiuto dei ragni: le sue opere sono spesso strutture sospese e fluttuanti che vivono in relazione a chi le guarda e le 'usa', dove l'arte cessa di avere solo una funzione estetica e ne assume una funzionale, di sperimentazione e di ricerca. E di gioco: nel 2013 installò all’Hangar Bicocca di Milano una bolla gigantesca, gonfiata ma non totalmente, sulla quale era possibile camminare, in maniera instabile, a 20 metri da terra, entrando in una sorta di sogno instabile.
Marco Trevisan