Non solo mappe e planisferi, ma anche storie da scoprire, profumi per solleticare l’immaginazione, giochi interattivi per coinvolgere un pubblico di tutte le età. Quello che sta per inaugurare a Palazzo Wollemborg, in via del Santo, a Padova, è un museo tutto moderno, nonché il primo in Italia (ed uno dei pochi in Europa), interamente dedicato al mondo della Geografia. I lavori sono partiti a giugno 2018, e il taglio del nastro è già fissato: martedì 3 dicembre, alla presenza delle autorità accademiche e di tre ospiti speciali, sui quali l’ateneo preferisce mantenere un po’ di suspense.
«Sarà un museo nel senso classico del termine» dice Mauro Varotto, Responsabile scientifico del Museo di Geografia «ovvero un luogo sacro alle muse. Una culla di cultura che sappia non solo trasmettere conoscenza, ma anche creare suggestioni. L’università di Padova è forte di un patrimonio invidiabile, e di una tradizione secolare: la prima cattedra di Geografia fu assegnata 150 anni fa al professor Giuseppe Dalla Vedova, e fu una delle prime sul territorio nazionale. Negli anni si sono accumulati strumenti, reperti, documenti scritti e fotografici che raccontano di esplorazioni avventurose e viaggi lontani. Come quello del professor Giuseppe Morandini nella Terra del Fuoco, negli anni Cinquanta».
Alle sale espositive si arriva salendo una lunga scalinata, che ripercorre i pilastri della geografia classica: gradino dopo gradino s’incontrano fiumi, laghi, città, stati e continenti. Poi, arrivati al museo vero e proprio, il percorso si divide in tre sezioni: misura, esplora, racconta. La prima è dedicata al tema del clima e alle attività di misurazione, sempre con uno sguardo alle ricerche patavine. Al centro della sala, sotto uno scenografico soffitto circolare, cattura l’attenzione il “Magic Planet”, schermo digitale a forma sferica sul quale sono proiettate animazioni relative al clima e ai cambiamenti climatici planetari. La seconda sala, intitolata non a caso proprio al prof. Morandini, è un grande diario di viaggio. Tra le particolarità di quest’area il sistema espositivo a gradoni, sul quale sono esposti strumenti, lettere, schizzi e macchine fotografiche utilizzati nel corso di spedizioni ed escursioni. Infine, troviamo la sezione dedicata al racconto e alla metafora. Ad accompagnare i visitatori una voce narrante, cui risponde l’animazione sincronizzata di luci, immagini, filmati, suoni e profumi, in un percorso multisensoriale immersivo.
Il Museo della Geografia di Padova restituirà per la prima volta al grande pubblico, dopo anni di oblio, oggetti e reperti rari e preziosi, confinati per decenni tra scaffali dimenticati. Tra i molti, ha una storia curiosa una tessera del globo in scala 1: 100mila, che era stato progettato per l’esposizione universale di Parigi, nel 1900. Il progetto prevedeva la costruzione di un plastico enorme: sarebbe stato alto come metà Tour Eiffel, ma poi fu abbandonato per motivi economici e sostituito da un modello più piccolo. Intanto, però, alcune parti erano già state realizzate e nel 1907 l’università di Padova si accaparra un tassello del plastico, acquistato a scopo didattico.
Oltre un secolo dopo, quella tessera torna alla luce, a ricordarci come il mondo sia, in fondo, una grande collezione di tasselli diversi.
Silvia Quaranta
Fuga nell'arte
Il primo museo europeo sulla geografia
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Il primo museo europeo sulla geografia
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