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Oggi è già futuro

Codici "alla cieca": la sfida parte dagli screenshot

Martedì, 08 Ottobre 2019

Gli mostrano lo screenshot di un sito internet, e loro hanno 20 minuti di tempo per implementare una pagina web con lo stesso tipo di design. Il tutto tra dj set, luci stroboscopiche e macchine del fumo, in una sala buia dall’atmosfera underground.
Code In The Dark
è l’unico contest italiano di coding “alla cieca”, che ha richiamato una trentina di programmatori nello spazio ARGO16 di Venezia. Ad organizzare l’evento è stata Interlogica, un ecosistema di aziende impegnate nel campo della ‘digital trasformation’, con sede a Mestre. 
La gara ha visto quattro round di qualificazione, tutti con due posti in palio e con screenshot diversi: dalla serie “Rick e Morty” di Netflix, al videogioco “Warcraft III: Reforged”, ai software Npm e Svelte. Gli otto finalisti, invece, dovevano partire da uno screenshot di Super Mario, catturato dal sito di Nintendo. I partecipanti avevano a disposizione solo due linguaggi di programmazione (Html e Css) e un semplice editor di testo, e hanno lavorato “al buio” fino alla consegna del lavoro, mentre gli spettatori hanno assistito alla creazione dei codici che si formavano sugli schermi, conoscendo i risultati in anteprima.
Ovviamente, bastava un’occhiata allo schermo per capire se testo e immagini corrispondessero all’originale. E del resto è stato proprio il pubblico a decretare i vincitori del contest, tramite un’app di Interlogica che dava accesso a una Voting Room in 3D, e passava in rassegna i layout dei concorrenti. Fabrizio Calderan, il “Code Master” di quest’anno, si è portato a casa un assegno da 300 euro; Sara Busetto e Andrea Termini, seconda e terzo classificato, si sono consolati con una carrellata di giochi vintage. 
Come si sarà capito, l’obiettivo di Interlogica era quello di diffondere la cultura del digitale attraverso l’idea del gioco. E in questo senso, Code In The Dark è stato un vero e proprio evento nell’evento. Mentre i programmatori sviluppavano i codici, infatti, gli spettatori avevano a disposizione altri due ambienti: da una parte un’area dedicata al retrogaming, con tanti cabinati da sala giochi in stile vintage; dall’altra la SUDFA Arena, cioè lo spazio dove si poteva collaudare un gioco online di combattimento creato da alcuni sviluppatori di Interlogica, e basato sull’intelligenza artificiale
Un approccio volutamente nerd, già sperimentato con successo in città come Stoccolma, Parigi, Berlino e New York. Ora Code In The Dark è approdato anche in Italia, e ha tutta l’intenzione di restarci. 

Alessandro Macciò

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