Speciale come te

il MONDO in una GOCCIA. la ri-cercatrice di ambra

Venerdì, 21 Giugno 2019

Ognuno di noi ha la sua storia. Ci sono delle storie straordinarie che rimangono nascoste. A volte basta poco per farle venire alla luce. Uno sguardo, un accenno, un riferimento. Un “la”….e lo scrigno si apre.

“Scegli dell’altro, non fa per te”. Chi indossa dell’ambra, materia che sprigiona energia e calore, porta con sé la storia della Terra. Cristina Zilli lo ripete sempre alle clienti che vorrebbero acquistare ambra, ma chiedono esplicitamente che all’interno non ci siano insetti. “Non sopportano l’idea di indossare un invertebrato e, peggio ancora, di averlo sulla pelle”. Tanto vale scegliere altro, “Queste persone non percepiscono la sensazione “di infinito””, quella che attraversò Cristina vent’anni prima, quando era stata catapultata all’improvviso in un luogo remoto, circondata da “enormi pini, tra insetti giganti, il rumore della natura assordante e la luce abbagliante”. Era durato un istante. Poi Cristina si era ritrovata nuovamente nella penombra del laboratorio di Scienze Naturali dell’Università di Bologna. I suoi colleghi erano poco distanti, assorti in quello che i microscopi restituivano ai loro occhi. Nella goccia di ambra che Cristina aveva analizzato c’era un ragno con il suo nido. Un ragno minuscolo, imperscrutabile se non con l’ausilio di un microscopio che, con la sua nidiata, era rimasto intrappolato, 35 milioni di anni fa, nella resina di un Pinus Succinifera, sulle coste del mar Baltico. Quella goccia era stata ritrovata in uno scavo archeologico etrusco nel Polesine, usata nei secoli come moneta di scambio per i commerci, ed era poi finita, di passaggio in passaggio, nella collezione di un privato. Negli anni ’90 era chiusa in una vetrina dell’Università bolognese, in attesa che i suoi segreti venissero svelati. E la resina li aveva tenuti ben celati per milioni di anni, quei ragni. “Quanto piccoli ed insignificanti siamo”, pensava Cristina, mentre vedeva materializzarsi sotto la lente, quella scena familiare cristallizzata.

Una goccia di resina che cade proprio su mamma ragno e figli e li consegna all’eternità.

E la vita di Cristina è cambiata da quel momento. La sua tesi di laurea in mineralogia è stata un successo. Il suo nome compare nell’elenco delle persone che, in Italia, hanno studiato di più l’ambra e le sue inclusioni. Proprio per i suoi studi e per i suoi scritti, ancora oggi, le chiedono consulenze e perizie da ogni angolo del mondo. Oggi valuta preziosi, crea, commercializza gioielli e parla. Parla Cristina, parla di continuo con chi cerca nella materia risposte esistenziali.

Antonella Manna

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