Vi è mai capitato di venire colpiti da un’improvvisa voglia di viaggiare? A me sì, e pure di frequente. In quei casi il mio iter è molto semplice: vado sul sito di Skyscanner, clicco su quella malefica opzione “Non riesci a decidere? Fai clic qui per cercare ovunque”, filtro per prezzi in ordine crescente, e prendo il primo volo. Spesso è una grande fregatura perché ti ritrovi a dover aggiungere soldi per portare un normale zaino da viaggio, e per trasferirti in centro città dagli aeroporti, che tendenzialmente sono lontanissimi.
Nell’ultima occasione la meta scelta da Skyscanner è stata Parigi, con arrivo all’aeroporto di Beauvais. C’ero già stato, ma in quel momento non contava nulla, sarei andato anche a Milano scendendo a Bergamo Orio al Serio, se fosse costato di meno. Poi ho cercato un ostello, sempre con il procedimento del prezzo più basso, con la possibilità di finire in dormitorio con la peggio gioventù del mondo intero, per tre notti.
Carico di entusiasmo come se stessi partendo per le Seychelles, ho riempito lo zaino con il minimo indispensabile per mantenere un certo decoro, e non far vergognare il popolo italiano, passaporto e portafoglio non particolarmente spesso. Così, con soli cento euro in tasca, sono partito per la Ville Lumière dopo essermi sentito le classiche paternali da mio padre: "Se non si hanno soldi non si viaggia, inutile farsi sti giri da pellegrino".
Arrivato a Porte Maillot in navetta, ho dato la prima stangata al mio limitatissimo budget acquistando la tessere ‘Navigo’ per utilizzare i mezzi (22,80 euro volati prima ancora di vedere la luce della città).
Eppure, non ci crederete, ho addirittura avanzato un decimo del mio gruzzoletto. Ora vi racconto le principali tappe miei quattro giorni.
Dopo aver fatto il check-in in un ostello che mi aveva già fatto venire voglia di fare il check-out, vado a visitare la casa occupata e divenuta una delle principali gallerie d’arte giovanile al 59 Rue de Rivoli. Una scala a chiocciola con opere magnifiche, ben lontane dai canoni tradizionali dell’arte, un luogo quantomai eccentrico e vivo, con artisti danzanti con le tavolozze in mano. Era gratis, ma mi ha lasciato così esterrefatto che ho fatto una donazione di 5 euro (povero ma splendido). A pranzo, una baguette con del camembert da gustare sul belvedere di Parc des Buttes-Chaumont, un parco non molto in voga dal quale si vede tutta Parigi. La sera sono andato a farmi una passeggiata nel XVIII arrondissement, per vedere le luci del Moulin Rouge e qualche giovane ragazzo mentre giocava al Pigalle Basketball. Per cena un trancio di pizza, orribile, per concludere il primo giorno con ancora poco più di 60 euro.
La mattina dopo sono andato a fare un “saluto” ad uno dei miei idoli, Jim Morrison, al cimitero di Père Lachaise. Bellissimo, ma per trovare la sua tomba è stata una faticaccia. Al contrario di quanto si possa immaginare, quel cimitero è un posto molto affascinante, nel quale è facile perdersi con sé stessi, e passare nel silenzio totale una mattinata intima.
Nel pomeriggio sono stato al giardino botanico di Parigi, il Jardin des plants, per visitare le enormi serre utilizzate dagli studenti universitari. I pasti non li elenco più, tanto sono sempre gli stessi, per un totale di circa dieci euro al giorno, dal caffè mattutino al trancio di pizza serale.
Il terzo giorno ho fatto il classico giro mainstream, Arco di trionfo, Campi Elisi, Tour Eiffel. Nel pomeriggio, dopo aver pranzato e riposato ai Jardin de Luxembourg mi sono concesso, per la modica cifra di 6 euro, un giro all’Orangerie che mi ha fatto venire voglia di andare a Giverny a vedere la casa di Monet. Per concludere, serata al Jardin des Tuileries prima di fare rientro in ostello.
L’ultima mezza giornata l’ho impiegata per andare a Montmartre, a vedere il panorama dalla Basilica del Sacro Cuore. Avevo risparmiato così tanto, che ho speso la bellezza di due euro per un braccialetto di stoffa che porto ancora al polso, dopo tutto questo tempo. Il ricordo di un viaggio senza pretese, con lo zaino in spalla, notti poco confortevoli e tantissima voglia di volare.
Federico Smania
Il viaggio alternativo
Sotto la Tour Eiffel con il portafoglio vuoto
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Sotto la Tour Eiffel con il portafoglio vuoto
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