Dici Sicilia e giustamente pensi al sole, anche perché in fondo è arrivata l’estate.
Così rimani un po’ perplesso, quando alzi lo sguardo al Monte Erice, e vedi che la cima è avvolta dalle nuvole. Magari sarà un caso, magari arrivi su e non ci sono più. Intanto iniziano i tornanti, e lo spettacolo va in scena oltre la pianura che hai lasciato alle tue spalle: la costa avanza regolare, poi sporge leggermente, infine curva platealmente e su quella piccola penisola troneggia il Monte Cofano, che non ha saputo aspettare l’entroterra, e ha deciso di svettare abbracciando il mare. Ricorda un Monte Isola più ripido e selvaggio, ma senza il lago d’Iseo attorno. Più si sale e più contempli il panorama, ma poi il bosco copre tutto, e la strada sbatte contro il piazzale del parcheggio.
Ecco Erice, dunque. Le nuvole non si sono diradate e la salita continua a piedi oltre Porta Trapani, lungo una distesa di ciottoli fra quadrettoni lastricati. I “genovesi” nelle vetrine delle pasticcerie fanno venire l’acquolina in bocca, e non deluderanno. I colori dominanti sono il grigio e l’ocra, con i muri di pietra che proseguono oltre la fine delle case e trasmettono una sensazione di grande compattezza: se non fosse che, ogni tanto, ai lati si apre qualche varco, sembrerebbe di camminare in un blocco monolitico. Il cuore del paese è tutto in pendenza, come una schiena che ha i suoi fianchi nelle scalinate e nei vicoli in discesa. In pendenza è anche la piazza asimmetrica, quasi chiusa su tre lati dal municipio e dai ristoranti; prima e dopo tante comitive di turisti, e tanti negozi di souvenir.
Nemmeno il tempo di passare in albergo per lasciare le valigie e con la sera scende anche la nebbia, mentre i turisti si dileguano. Erice è un paese medievale pieno di chiese e di conventi, magari trasformati in alberghi e sale conferenze ma pur sempre austeri; un «tempio incorrotto, di età pietrificate», per dirla col poeta Dino D’Erice. Così fa un certo effetto uscire con le luci dei lampioni affogate nella nebbia, tra rarissimi passanti solitari: sembra di stare nel Nome della Rosa, calati all’improvviso nel paesaggio delle pagine del libro. La nebbia non si limita a confondere i contorni e non svanisce nemmeno intorno al Giardino del Balio, anzi, è proprio qui che erige un muro bianco oltre il quale si nasconde il panorama. La mappa dice che lì sotto ci sarebbe la Torretta Pepoli, ma la sagoma è invisibile. E pure il Castello di Venere indossa i panni del fantasma.
Uscendo dagli schemi dei turisti, il mistero s’infittisce. Ai bordi del paese svettano i ripetitori, simili ad alieni oltre i campanili. Sul muro di una casa spiccano tre manifesti sbrindellati, che riportano un’ordinanza del Governo Militare Alleato emessa il 20 luglio 1943 nel Comune di Crisafullo: il nome dato a Erice da Pif, che qui ha girato “In guerra per amore”. Durante il giorno la nebbia avvolge anche le cabine della funivia per Trapani, all’inizio della discesa e alla fine della salita. Ma la nebbia di Erice è un’abile scenografa, che sa farsi da parte per offrire scorci inaspettati. Così il sole fa capolino e il campanile obliquo dell’antica Chiesa Madre brilla d’oro.
Le strade tornano a riempirsi di turisti e di studenti, ospiti di quella gioiosa Babele che è l’Ettore Majorana Foundation and Centre for Scientific Culture. Il sole bacia anche il Monte Cofano, esaltando il blu e l’azzurro del suo feudo in lontananza. Ora Erice è un posto più gentile, fiabesco come la Torretta Pepoli, che finalmente si palesa ai piedi del Castello. La mappa non mentiva.
Alessandro Macciò
Il viaggio alternativo
Erice, la Sicilia nella nebbia
Informazioni aggiuntive
-
Titolo articolo:
Erice, la Sicilia nella nebbia
- Immagine articolo 1:
- Immagine introduttiva:
ARTICOLI PRECEDENTI
-
Lunedì, 28 Ottobre 2019
È una città che ti aspetti, che visiti per passare qualche giorno di relax senza ...
-
Lunedì, 21 Ottobre 2019
Prima liceo, poi prigione, e infine oggi museo di un genocidio che sfiorò ...
-
Lunedì, 14 Ottobre 2019
Andare in Cambogia e non vederla è praticamente impossibile. Angkor, l’antica capitale del ...