Piedi sul pouf, testa sul divano, film su Netflix, pizza e birra. Serata perfetta, da soli o fra amici, magari con un po’ di chiacchiere serali.
Poi arriva l’ora di salutarsi, di mettere a posto tutto. Il bravo cittadino ripone con cura la lattina nel contenitore giallo (plastica e lattine), il vetro in quello verde, un assaggino di pizza nella ciotola del cane (approccio C2C, per veri ambientalisti).
Poi l’interrogativo che attanaglia tutti: ma il cartone della pizza va nella carta o nel secco?
Se anche voi vi trovate spesso di fronte all’amletico dilemma, qui troverete le risposte che cercate. A Padova, ormai da qualche anno, coloro che ignorano non hanno più scuse. Esiste infatti un’app (“Il Rifiutologo”) che ti dice assolutamente tutto: dove conferire ogni rifiuto possibile immaginabile (dall’olio ai calzini bucati), quando passano a prenderlo, cosa ritirano domani sotto casa tua. Quasi un po’ irritante nella sua saccenza, l’app ti sventaglia anche le risposte che non cerchi: se non sai dove buttare l’asse di legno del mobile rotto, e sei tentato di farla losca e metterlo nel secco, il Rifiutologo ti piazza prontamente la mappa delle stazioni ecologiche più vicine e il numero verde da chiamare per il ritiro a casa. Quasi a dirti: «non hai più scuse, chi sbaglia è complice e nemico di Greta».
Attingendo dall’app e senza pretese di completezza, ci limitiamo qui a rispondere ai dubbi più frequenti, dando qualche dritta di massima su come differenziare nel modo corretto.
- La pizza!
La verità è che, spesso, il fantomatico cartone va diviso in due. Se è tutto pulito può stare nella carta ma se, come spesso accade, si è impregnato di olio, pomodoro e ogni ben di Dio che stava sulla nostra pizza, la parte unta va nell’umido. Nell’umido, mi raccomando, non nel secco (come molti pensano).
- Sacchetto in nylon
Qui è facile: basta metterlo nella plastica!
- Tubetto del dentifricio
Rifiuto frequente che apre lunghe discussioni. In realtà la risposta è banale: il tappo è in plastica e il tubetto in alluminio, quindi va tutto in plastica&lattine.
- Calzini bucati e altri tessili
No, non vanno nel secco. Se non trovate altro modo di riciclarli in casa, l’Aps invita a riporre tutti gli abiti usati (anche non più utilizzabili) nei raccoglitori stradali dedicati (quelli gialli della Caritas).
- Olio esausto
Chi lo butta nel wc è una brutta persona. E anche chi lo butta nel lavello. L’olio usato è un super nemico dell’ambiente e va raccolto in bottiglie di plastica (non di vetro!) che poi vanno buttate negli appositi contenitori. In città non ce ne sono molti, ed è una discreta seccatura, ma Rifiutologo ti dice dove sono (e ti tiene il fiato sul collo finché non ci vai).
- Fili, cavi elettrici e simili (purché non ci siano spine)
Finalmente una buona notizia: non serve andare in discarica! Mettendo tutto nel secco avrete la coscienza pulita. Attenzione, però: spine e ogni tipo di piccolo elettrodomestico, invece, vanno portati tutti alla stazione ecologica.
- Gusci di molluschi
Anche questa è una bella sorpresa, almeno se anche voi pensavate che, in quanto scarto alimentare, andassero riposti nell’umido. Invece no, vanno nel secco. Stessa cosa per l’osso del lesso, della costicina e simili.
- Lampadine
Non fatela losca, che la risposta è scontata: purtroppo va portato tutto alla stazione ecologica.
- Legno
Anche se è un piccolo pezzo, non può andare nel secco. La buona notizia, però, è che se si tratta di un mobiletto c’è un servizio gratuito del comune di Padova che passa a ritirarlo gratuitamente. Basta telefonare.
- Tappi di sughero
Qualche volta il dubbio viene, ma il sughero va semplicemente nel secco.
Silvia Quaranta